Brano: [...]e che il peculiare processo di formazione della borghesia piemontese avveniva attraverso la trasformazione capillare di membri della nobiltà (per altro, come si è detto, una piccola e modesta nobiltà, dai severi costumi) in imprenditori di schietto tipo capitalista.

Il simbolo di costoro, l'uomo che meglio di tutti li riassunse, fu Cavour. Già le origini dei suoi beni parlavano chiaro: i Cavour non avevano esitato a comperare le terre dell’ex Abbazia di Lucedio, poste in vendita dai governi rivoluzionari. Lo stile è l'uomo: e Cavour, tutt’altro che un puritano, fu però alieno da ogni ostentazione, usando schernire e disprezzare il lusso tipico delle classi feudali. Abile investitore e speculatore, giunto che fu alla carica di ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio, se ne valse per stimolare un’opera di industrializzazione che ha pochi paragoni in uno Stato delle dimensioni del Piemonte: sviluppo della rete ferroviaria, canalizzazioni su larga scala (il grande canale che porta ancora il suo nome è un’opera imponente, che può far onore a qua[...]